“Operazione Alba Iulia” è una storia di dolorose memorie, pene non espiate, amori assoluti stemperati nella crudeltà dell’azione. Nella vicenda del protagonista, un contractor milanese addestrato a operazioni terroristiche e militari di ogni tipo, compaiono figure di un passato inquietante e insieme rassicurante che s’innestano, con frequenti passaggi temporali, nell’intelaiatura tematica del presente. L’impresa in cui il protagonista si cimenta, allettato dalle prospettive di una rapida e gloriosa operazione imprenditoriale, lo porta ad incontrare per la prima volta, dopo le guerre e le operazioni terroristiche, la mafia rumena e quella siciliana, contrapposizione in cui s’inseriscono il ricordo del padre, modello silenzioso, e l’ignara, semplice e solare figura di Miha. Tra queste due figure centrali, “l’alterno ondeggiare tra Bene e Male” è quindi il nodo che egli non sa sciogliere fino al sanguinoso epilogo. Giocata tra Milano e Bucarest con incursioni mercenarie su teatri ben più lontani, la vicenda del romanzo finisce per renderci quest’uomo, violento e appassionato, vittima dei suoi incubi, una figura inaspettatamente vicina.