Qual è il metodo migliore per crescere e avere successo, per un imprenditore? Imparare dagli errori. Ma per migliorarti e acquisire nuove competenze non è necessario farlo sulla tua pelle. Leggendo le storie di successo raccolte in questo libro, scoprirai quali strategie hanno messo in atto altri imprenditori per risolvere i loro problemi. Dopo il successo editoriale dei primi due volumi dell’unica collana scritta dagli imprenditori per gli imprenditori, i membri di OSA Community presentano il terzo atto dell’appuntamento editoriale più atteso nel mondo dell’imprenditoria. “Come ce l’hanno fatta 70 imprenditori italiani. Atto III” raccoglie le storie dei membri OSA, l’esclusiva community dell’Italia che fa impresa. Attraverso racconti di vita emozionanti, arricchiti da esempi ed esperienze concrete, ogni capitolo affronta tematiche quali la strategia d’impresa, lo sviluppo della leadership, il marketing, l’innovazione, la crescita personale dell’imprenditore e l’intelligenza finanziaria. Campi nei quali ognuno degli autori è considerato un’eccellenza. Lo scopo? Ispirare gli imprenditori di oggi e di domani aiutandoli ad allargare la propria visione e raggiungere i propri obiettivi.
Berlino 13 agosto 1981, venti anni dopo la costruzione del Muro. Un gruppo di artisti reduci un po’ disadattati del ’68 romano, berlinese e olandese fonda il No Future Project. 10 anni dopo alle 6 del pomeriggio del 24 marzo 1991 una telefonata da Berlino a Roma: “Ario è sparito”, la storia comincia. Il Muro con le sue scritte e CM, un’intelligenza artificiale che però risponde solo usando versi della Divina Commedia, guidano la ricerca. “Lennon not Lenin” è un libro di fantascienza, di comunicazione politica, un giallo, mah?!, certo gioca con la fantascienza, con le parole, con le scritte sul Muro di Berlino, con i versi della Divina Commedia, con il cinema, le guerre fredde e calde, le rivoluzioni, le idee del gruppo No Future Project che vive tra Trastevere a Roma, Charlottenburg e Kreuzberg a Berlino e Arnhem in Olanda. “Lennon not Lenin” è una delle scritte sul Muro che dà il titolo al libro. Il Muro di Berlino erano due: uno tangente Ovest e uno tangente Est. In mezzo la terra di nessuno dove pascolavano libere grandi mandrie di cavalli di Frisia. Uno pieno di scritte e di turisti, l’altro di finestre sbarrate, fili spinati, limiti e impossibilità di ogni tipo. Perché si parla sempre e solo del Muro di Berlino, quello Ovest?
Quest’anno il tema affrontato dalla collana Insight, “Trasformismi e Identità” vuole essere uno spazio d’idee occupato dall’arte nelle sue varie coniugazioni. Una pubblicazione da leggere ma anche da conservare. All’interno di questo nuovo numero assumendo come ipotesi generale l’esistenza dell’individuo e il suo operare nella società, si è indagato in maniera trasversale su alcuni aspetti che s’interrogano sul dualismo “trasformismo e identità”, che oggi più che mai contrassegnano l’agire umano, affrontando diverse tematiche e situazioni, riconducibili a connessioni e interazioni che si stanno sempre più instaurando nell’ambito comunicativo, sociale ed esistenziale. Gli ultimi decenni sono stati contrassegnati da una straordinaria e massiccia accelerazione dell’innovazione tecnologica nell’ambito comunicativo. Sempre più l’innovazione e il computer unificano i media e modificano vari linguaggi comunicativi in diversi settori e campi paradigmatici di appartenenza. Questo fenomeno ci porta inevitabilmente a riflettere sull’identità, il valore e l’uso dell’informazione. Oggi siamo più che mai sopraffatti da mezzi, strumenti e tecniche, tutto ciò richiede inevitabilmente una buona cultura della comunicazione, la quale si è arricchita riguardo ai supporti e alla sua elaborazione. Ricercare, analizzare, esplorare significa imparare a vedere con occhi nuovi, ascoltare il racconto dei luoghi che circondano la strada che percorriamo.
Messa in scena in tre atti di un caffè particolare e inconfondibile. L’atelier è un set, la messa in scena delle esperienze che una famiglia di imprenditori ha vissuto viaggiando attraverso il mondo alla ricerca del miglior modo di impreziosire il gusto del proprio caffè, rispettando la natura e il lavoro degli uomini. È un racconto che inizia nelle coltivazioni caraibiche, sudamericane, africane e orientali e si conclude di fronte alla tazzina fumante bevuta, in una casa oppure in un bar, in qualche posto in giro per il mondo. Non si tratta di parole ma di colori, di materiali, dì lavorazioni, di immagini, di luci, gli ingredienti di una ricetta esotica studiata per infondere benessere, sicurezza, appagamento.
Messa in scena in tre atti di un caffè particolare e inconfondibile. L’atelier è un set, la messa in scena delle esperienze che una famiglia di imprenditori ha vissuto viaggiando attraverso il mondo alla ricerca del miglior modo di impreziosire il gusto del proprio caffè, rispettando la natura e il lavoro degli uomini. È un racconto che inizia nelle coltivazioni caraibiche, sudamericane, africane e orientali e si conclude di fronte alla tazzina fumante bevuta, in una casa oppure in un bar, in qualche posto in giro per il mondo. Non si tratta di parole ma di colori, di materiali, dì lavorazioni, di immagini, di luci, gli ingredienti di una ricetta esotica studiata per infondere benessere, sicurezza, appagamento.
“Uomini oltre la frontiera” racconta le storie di successo di imprenditori italiani, donne e uomini che hanno deciso di andare oltre il limite imposto dai confini nazionali, al di là del timore di affrontare il futuro. Andare all’estero oggi è più semplice di dieci anni fa, ma ci sono molti passaggi nel processo di internazionalizzazione che richiedono attenzione e supporto professionale per evitare spreco di tempo, risorse e, soprattutto, denaro. È un percorso tra bilanci aziendali, sogni imprenditoriali, mercati e storie di imprese, raccontato attraverso la narrazione delle strategie di espansione adottate dalle PMI italiane, coniugando consigli operativi e tecnici, derivanti dall’ultra ventennale esperienza di consulente dell’autore. È un viaggio che tocca le aree del mondo nelle quali risiedono le maggiori possibilità di espansione per il Made in Italy: Medio Oriente e Repubblica Popolare Cinese. La Svizzera è il punto di partenza e il trampolino di lancio per le imprese orientate ai mercati esteri. Si prosegue poi alla volta di Dubai, la piazza economica che apre le maggiori possibilità a imprenditori illuminati di intercettare i flussi commerciali del Medio-Oriente. Si conclude il viaggio a Shanghai, alla scoperta dei desideri del più grande bacino al mondo di consumatori. Le storie raccontate sono supportate da parti “tecniche”, sezioni che indagano in profondità i rapporti che intercorrono tra l’imprenditore e il management aziendale esaminandone in particolare gli attriti e i freni che tali soggetti possono, in assenza di un rapporto collaborativo, opporre al processo di sviluppo internazionale dell’azienda.
Chi sei veramente? Cosa faresti se si presentasse un alieno alla porta per chiederti se hai della farina? Se Dio ti chiamasse per fare da suo assistente, saresti in grado di non combinare guai? Hai mai pensato che dietro la tua faccina simpatica si nasconde un serial killer? E se fossi un clone di Adolf Hitler ma nessuno avesse avuto ancora il coraggio di dirtelo? Testology è la risposta a tutti questi scomodi quesiti. Metti alla prova la tua mente risolvendo questi test tecnologicamente avanzati per scoprire cosa si nasconde veramente dietro il tuo “Super Io”, risolvere quesiti e ottenere informazioni preziose per la tua vita: cosa mangiare per cena? Che libro leggere? Tu esisti davvero? Sei per caso Dio? Testology è un libro che ti metterà a dura prova, ma una volta letto potrai facilmente smascherare il brillantone di turno mettendolo a sua volta alle strette. Sarà il tuo libro per predire il futuro: chiedi all’oracolo a pag. 200 e scopri se il tuo progetto si realizzerà o no. Non potrai più farne a meno.
Il metodo sperimentale, in gran parte importato dagli studi di psicologia cognitiva e di discourse analysis, rappresenta uno strumento di grande valore per la critica letteraria, che potrebbe certamente aumentare il suo impatto socio-economico e favorire il dialogo con le altre discipline. Naturalmente la sua applicazione prevede l’acquisizione di nuove competenze metodologiche, non solo quelle psicologiche, ma anche statistiche, utili nei processi di validazione dei risultati ottenuti e necessarie per formalizzare i processi di misurazione dei dati. Nella consapevolezza che cambiare non significa necessariamente perdere delle cose per acquisirne altre, ma anche affiancare nuove conoscenze e nuove competenze a un patrimonio già esistente, questo libro ricostruisce la storia degli strumenti critici della narratologia, dal paradigma strutturalista fino alla rivoluzione della narratologia cognitiva, e presenta, accanto alla teoria della psiconarratologia, un protocollo diviso in fasi per l’applicazione del metodo sperimentale nello studio della narrazione – dalla formulazione dell’ipotesi scientifica all’uso di formule statistiche per la validazione dei risultati – corredato da alcuni esperimenti realizzati.
Fifty years of automotive innovation1965-2015 is an unconventional journey into the transformations that occurred in the automotive field during the last half century. From official concept cars to experimental studies, different levels of research are considered. All of them have in common a leading theme: it could be identified as the comfort, in a comprehensive perspective which involves user-friendliness, safety, everyday practicality and even the leisure-orientation of the vehicle. Through this transversal approach the book points out how technology and lateral thinking have sometimes generated the ultimate goal for car designers and enthusiasts: simply the passengers wellbeing.
Fare progetti è un manuale di metodologia progettuale finalizzato a sviluppare una propensione per il design, inteso come attività professionale. Attraverso una serie di strumenti tecnici di facile accesso si propone infatti di fornire una linea guida di base su cui innestare una successiva attività progettuale specifica. Il che significa che può essere usato da studenti che intraprendono la formazione nel settore; manager di organizzazioni pubbliche o private che devono avviare una funzione legata al design; cittadini che intraprendono processi di ideazione condivisa e partecipata.
Carlo Branzaglia si occupa di design education e design strategico. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove coordina il Dipartimento Progettazione e Arti Applicate. Ha tenuto corsi, lezioni e seminari in diverse scuole italiane e straniere; e ha scritto e curato diversi libri (l’ultimo, Design di Filiera, 2014). Associate Head del Postgraduate Program presso Ied Milano, membro di Dmc Design Management Center, è presidente di ADI Delegazione Emilia Romagna.
Dai 380 chili di pasta al burro offerti dai fratelli Cervi a tutto il paese di Campegine per festeggiare la caduta del regime, passando per le lasagne della ricostruzione gustate da Teresa Noce di ritorno dai campi della morte, fino ai 35.000 bambini nutriti dalle donne emiliane nel duro inverno del ’45: questa è l’inusuale prospettiva che adotteremo per parlare di Resistenza attraverso il cibo. L’Agnese della Vigano, il partigiano Johnny di Fenoglio, Pin di Calvino, Enne2 di Vittorini, i “piccoli maestri” di Meneghello e tanti altri personaggi della letteratura ci accompagneranno in una narrazione del tutto inedita, fatta di pasti consumati in fretta, di fame di libertà, del bisogno spasmodico di nutrirsi e delle tante, troppe difficoltà nell’organizzare l’approvvigionamento quotidiano delle risorse. Rispondendo all’interesse crescente che suscita il tema dell’alimentazione, abbiamo voluto metterlo al centro di una lettura obliqua della guerra di Liberazione, per recuperare il valore intimamente politico del partecipare alla stessa tavola e per riscoprire che, in fondo, l’etimo della parola “compagno” deriva dal più solidale dei gesti umani: condividere il pane.
Progetti: InContext di Keita Nakasone, Alauda di Natalia Tejbailova, Cartigli d’artista di Barbara Cardella, Immagini in meno di Irene Fenara e Daniele Pulze, Industria della coscienza di Giulia Martini.