Oggi l’Europa, gli Usa e la Cina si spartiscono il mondo. Diciamo, più o meno, un terzo ciascuno. Tra soli 30 anni, i rapporti si invertono. E solo l’Europa rischia di declinare… Inoltre, lo sviluppo demografico si ferma. Cresce solo in Africa a ritmo elevatissimo (2,5 dei prossimi 3 miliardi di nati saranno africani), ma con uno sviluppo economico poverissimo ed irrilevante per loro e per il mondo. In questo secolo, il mondo cambierà in maniera drastica: la guerra fredda tra Usa e Cina, lo sviluppo economico bloccato, le tensioni migratorie, una maggiore povertà e disuguaglianza in tutti i continenti, la rivoluzione tecnologica, l’enorme urbanizzazione, il cambiamento drammatico dei lavori, l’invecchiamento globale della popolazione, il clima impazzito e una classe media fatta a pezzi. La politica egemone della Cina (che comincerà ad abbandonare l’Africa) cercherà di strappare pezzi all’Europa in nome di un sogno euroasiatico, mentre gli Usa cercheranno di mettere in difficoltà l’Europa con il loro isolazionismo. Il declino dell’Europa è segnato. E sarà il vero tema di crisi mondiale con il rischio di una involuzione politica, di difficoltà ad agire da leader sul piano globale con il ruolo di bilancia tra Usa e Cina, con un esagerato invecchiamento della popolazione e una maggiore povertà della classe media. Ecco allora l’idea controtendenza: un processo di accordo con l’Africa per rimettere in gioco l’Europa e salvare l’Africa. Gli europei sono ricchi, vecchi e anemici. Gli africani, poveri, giovani e numerosi. E ricchi di materie prime. All’autore sembra che ci siano le condizioni per un accordo! Una via di uscita -non per fare assistenza- ma per creare un vero mercato africano, per correggere i flussi migratori e per creare un futuro all’Europa giocandosela alla pari con i leader del mondo. Un’intuizione politica con tutti i dati che la dimostrano.