Tre artisti che s’incontrano in occasione della Biennale di Firenze. In uno stesso spazio espositivo corre il tempo del fumetto, risale quello della storia, risuona quello della creazione. Versatile, Roberto Carullo sperimenta un lessico molto peculiare dal punto di vista del materiale e della tecnica compositiva, che rinnova e attualizza l’antica tradizione musiva attraverso un consolidato uso dei polimeri e la riscoperta post modernistica di un patrimonio iconografico a lungo ritenuto para-artistico. Una e continua, la ricerca pittorica di Roberto Perotti, psicologo e psicoterapeuta laureato in filosofia, recupera il principio del segno, le fondamenta del colore, il senso della composizione, il valore del simbolo e li ricompone in motivi costanti, teorie iconografiche, ritmi e sinestesie quasi musicali, “città ideali e celesti”. Il senso quasi plastico del colore di Mario Paschetta restituisce in modo immediato l’idea di una pittura che travalica se stessa: le sue astrazioni di paesaggio danno consistenza a un archetipo naturale, ricostruendo una stratigrafia dell’anima carica di spessore simbolico, riconducendo la dimensione creativa allo spaziotempo originario.