Filippo è un pescatore palermitano, vive in un catoio, ma tutt’intorno si è creato un amatissimo giardino di fiori ed erbe officinali che i marinai di passaggio gli regalano in cambio di… La sua passione, condivisa dallo speziale Baldaccio, consentirà al pescatore di creare la prima sorbettiera e le sorprendenti sorbette curative. L’eredità è lasciata a Scipione, la creatura di Filippo cresciuta selvatica e stravagante che, non volendo sapere di sorbette gelate, si dedica all’amore e ne impara le tecniche in un celebrato bordello palermitano. S’innamora di Michelangelo, il pittore in fuga e dall’incontro nascerà Onofrio, affidato alla ricca famiglia Cutò, da cui prenderà il nome; la narrazione continuerà con lo scandaloso matrimonio tra il nazareno Onofrio e la bella sefardita Domenica, con il concepimento e la nascita di Francescoprocopio. Sarà Francescoprocopio a riprendere l’eredità di Filippo e, appena ventenne, abbandonerà Palermo per Parigi con l’ambizione di far conoscere la cultura dei sorbetti a “quelle genti”. Egli dovrà accumulare molto denaro e riconoscimenti pubblici prima di poter realizzare il suo sogno. Il giovane conoscerà le Precieuses, cambierà il suo nome da Francesco Procopio Cutò a François Procope des Couteaux. Nel 1686 fonderà il Cafè Procope, tuttora esistente in rue de l’Ancienne Comedie, dove finalmente potrà proporre i suoi meravigliosi sorbetti all’ambra, alle rose, ai garofani e alle fragoline di bosco. È il 1717, Francesco Procopio Cutò è stanco e si ritira dall’attività trasferendo il suo ruolo al figlio Alexandre die dirigerà Le Procope con lo stesso entusiasmo, intelligenza e ideali del padre; Diderot, d’Alambert, Piron, Rousseau, Voltaire sono fedeli habicués. Nel locale del Siciliano prende consistenza l’idea di una grande Encyclopédie, che in parte qui sarà scritta e comparirà la descrizione del significato della parola “glace”.