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Uomini oltre la frontiera. Guida pratica all’internazionalizzazione delle imprese italiane in Svizzera, Emirati Arabi Uniti e Cina: andare all’estero senza farsi male
“Uomini oltre la frontiera” racconta le storie di successo di imprenditori italiani, donne e uomini che hanno deciso di andare oltre il limite imposto dai confini nazionali, al di là del timore di affrontare il futuro. Andare all’estero oggi è più semplice di dieci anni fa, ma ci sono molti passaggi nel processo di internazionalizzazione che richiedono attenzione e supporto professionale per evitare spreco di tempo, risorse e, soprattutto, denaro. È un percorso tra bilanci aziendali, sogni imprenditoriali, mercati e storie di imprese, raccontato attraverso la narrazione delle strategie di espansione adottate dalle PMI italiane, coniugando consigli operativi e tecnici, derivanti dall’ultra ventennale esperienza di consulente dell’autore. È un viaggio che tocca le aree del mondo nelle quali risiedono le maggiori possibilità di espansione per il Made in Italy: Medio Oriente e Repubblica Popolare Cinese. La Svizzera è il punto di partenza e il trampolino di lancio per le imprese orientate ai mercati esteri. Si prosegue poi alla volta di Dubai, la piazza economica che apre le maggiori possibilità a imprenditori illuminati di intercettare i flussi commerciali del Medio-Oriente. Si conclude il viaggio a Shanghai, alla scoperta dei desideri del più grande bacino al mondo di consumatori. Le storie raccontate sono supportate da parti “tecniche”, sezioni che indagano in profondità i rapporti che intercorrono tra l’imprenditore e il management aziendale esaminandone in particolare gli attriti e i freni che tali soggetti possono, in assenza di un rapporto collaborativo, opporre al processo di sviluppo internazionale dell’azienda.
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Il calcio in tv. Storia, formati, ibridazioni
Il legame tra sport e TV è uno dei più saldi e longevi che sia possibile trovare nel contesto mediale e sociale italiano, e il calcio rappresenta senza alcun dubbio la punta più avanzata di questa relazione a lungo termine, dal punto di vista dell’innovatività dei formati, della sperimentazione e della capacità di rinnovare costantemente il rapporto con i pubblici. Il volume colloca anzitutto il rapporto calcio e televisione entro il più ampio quadro degli effetti che la mutazione tecnologica e professionale sta apportando al giornalismo, per poi focalizzarsi, in un’ottica storica e di analisi di stili e formati, sulla rappresentazione del calcio in TV. Particolare attenzione viene dedicata alle più recenti dinamiche di popolarizzazione del giornalismo sportivo e all’analisi del testo televisivo applicata al talk calcistico.
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Alimentazione urbanica
“Nello stesso tempo, i viventi, le creature del divenire naturale, non facevano che disporre delle loro capacità ripetitive che non bisognava far altro che esercitare. Il mondo che era, essendone, non poteva che sciogliersi in tutte le disposizioni del suo divenire. Dal nutrirsi, alla coscienza del nutrirsi, quindi al proteggersi, interiormente ed esteriormente. Il riparo arriva in un mondo esperto del proprio divenire. Ripassare gli eventi alla luce del XX secolo è come vedere succedersi davanti agli occhi i segni della corsa del tempo, ora che l’impianto originario si riferiva allo spazio da occupare. Ma il succedersi dei segni non sollecita la visione. Vediamo senza vedere perché non si ritrovano i punti di riferimento. L’invasione ottica che imperversa sulla città si confonde con la banalità dei temporali, ormai quotidiani per i cambiamenti climatici. La città arde e si allaga. La città è ormai la vetrina dell’eccesso cifrario in continua accelerazione. Quale dei cinque sensi è ancora attivo? Eppure si sta esigendo la persona. Infatti l’uomo sta definendo la sua nuova identità sociale per riprendersi quella vita che l’industrializzazione gli aveva tolta. Sta rinvenendo. Il processo è complesso e in piena rottura. Non vi corrispondono i luoghi che stanno sorgendo, essi non indicano un mondo umano in trasformazione, ma un mondo costruito, già trasformato; non è così che si vuole essere integrati. Ora per lo scontato, cattivo rapporto capitale/edilizia, il mondo nuovo sta apparendo come un miraggio che continua a giocare anche peggio con l’energia artificiale, e per una fantascienza che non è per niente il rinvenire sperato. L’identificazione dello spazio con la sua fluidità, fa del tempo la misura della sua occupazione. Tra le persone e le cose all’imposto prendere per possedere si è sostituito il prendere per gettare, ma qui è la pessima qualità della produzione che l’ha provocato; ma questa è la regola del consumismo; ma questa è la fortuna dell’industria dei rifiuti; ma questo è l’estremo inquinamento. Quando si dice relazionalità, si parla di essere e le cose degli uomini sono i segni del loro essere: le cose, l’abitare, il dare… tutto ciò che la comunicazione ci restituisce: l’io, il sé, l’altro, il popolo!”