Sì, Andrea, torno. Lo sai che se non vengo a trovarti o a portarti a casa è perché devo lavorare, o perché devo scrivere. Lo sai che se capisco che stai male, io cercherò di migliorare la tua esistenza. Sai che se c’è da combattere, lo farò. Attingerò alle mie riserve di diplomazia per non perdere la battaglia. Comunque, torno. Lo sai. Torno sempre. Andrea e Lucy sono due fratelli uniti da un fortissimo legame. Lui – più giovane – è un autistico “non verbale”. Non può esprimersi a parole, ma sa comunicare gioia, dolore, affetto ed esigenze personali. Lei è stata una teenager ribelle: ha lasciato la famiglia presto per diventare artista. Ha viaggiato in solitaria, è stata cantante punk e cabarettista. Andrea intanto viene inserito in una comunità educativa, ma quando lui peggiora – ormai cinquantenne – Lucy corre in suo soccorso. Nel frattempo è diventata insegnante e sa districarsi nella labirintica burocrazia delle istituzioni. Chiede alla madre, alla tata, agli amici di chiarire gli snodi della storia di Andrea, ma la verità familiare non è univoca. Il padre non c’è più, e viene evocato ed interrogato col ricordo. La vicenda si snoda attraverso sei anni, ma i flashback illuminano il passato. La quotidianità viene indagata nei dettagli: a casa, durante le feste comandate, alla chiesa valdese. La Natura gioca un ruolo importante: in lei gli sguardi si perdono, ritrovano equilibrio. La loro è una famiglia travagliata, cementata dalle proprie origini, che si disgrega per poi riunirsi nel bene di Andrea “Lucy stupisce tutti con una sorprendente prova di maturità espressiva.” prefazione di Guido Michelone “Un affresco affascinante, giocato tra le due sponde dell’Atlantico.” Postfazione di Pier Cesare Rivoltella.