Descrizione
Il testo nasce da un “energico” intervento di François Zille quale relatore internazionale invitato nel contesto del Convegno Internazionale di Studi “Modernità liquida in difesa del paesaggio solido”, incentrato sulla Lectio Magistrale di Zygmunt Bauman (Siracusa, 9-10 Marzo 2012). L’autore, figlio di un minatore-cuoco-pasticciere friulano e di una mondina ferrarese, è stato sin dall’infanzia costretto al culto del linguaggio, della dialettica e dell’eccellenza per sopravvivere da figlio di immigrati italiani nella Francia del dopoguerra, autoforgiandosi quotidianamente una solida identità mutante, favorito in questo dalla vena progettuale e creativa tutta italica e dalla innata vocazione alla irriverenza e alla ribellione, fecondate da un assai precoce incontro ravvicinato con Voltaire, Francois Rabelais, Antoine de Saint Exupéry e Frédéric Dard. La dimensione acquisita di Antropologo visivo è una felice conseguenza della poliomielite contratta a undici anni e mezzo, in quanto costretto ad immaginare e visualizzare il cibo sulle pareti della sua stanza. Obiettivo di tale rito propiziatorio era l’esorcizzare le frustrazioni delle sue papille gustative private del contatto diretto con il cibo poiché, per numerosi mesi, egli venne alimentato unicamente via sonda gastrica. Da allora, FZ tende ad esprimere la forte tensione ermeneutica e psico-filosofica che lo caratterizza mediante l’uso di un linguaggio logo-iconico originale e sorprendente, unico nell’ambito accademico-professional-artistico.