Descrizione
Perché un moderno manager non può affidarsi esclusivamente alle sue capacità logiche, in un mondo del lavoro dove gli individui reclamano sempre più una loro collocazione come persone, e non più solo come numeri? Esistono spazi d’azione che sfuggono ad una comprensione razionale dei fatti? In questo saggio si considera il peso dei risvolti psicologici che caratterizzano la relazione capo-dipendente, nella quale la figura del manager si svela in aspetti e situazioni dinamiche che ne ridefiniscono il profilo. Emerge un quadro dove viene a delinearsi la necessità per i manager di scrutare dentro se stessi, per tracciare nuovi percorsi dove sensibilità e capacità umanistiche possano trovare lo spazio che meritano. Una nuova consapevolezza di sé e del proprio modo di agire diventa l’obiettivo da raggiungere.