Descrizione
Il lato “gastronomico” di Giacomo LeopardiDomenico Pasquariello ”Dègo”, da tempo in Francia come in Italia, ideatore di eventi sul cibo-cultura e il Maestro-cuoco napoletano, Antonio Tubelli, ragionano insieme sui 49 cibi della lista autografa di Giacomo Leopardi a Napoli (1833 – 1837). Cibi dimenticati e letti purtroppo soltanto da collezionisti bibliofili. Non tutti, infatti, sono a conoscenza della lista che si conserva alla Biblioteca Nazionale di Napoli insieme alle Carte del poeta; un ritaglio di carta avorio, lungo e sottile, dove la scrittura minuta e precisa, chiara ed elegante di Giacomo Leopardi si staglia netta, perdendosi nei toni dell’inchiostro bruno; un appunto, un promemoria, una traccia di un desiderio esaudito: quella lista racchiude infatti un elenco di 49 piatti realizzati con mano sapiente lì, a Napoli, dove Giacomo arriva nell’autunno del 1833 insieme all’amico Antonio Ranieri. Nelle case napoletane dove i due amici vivono una sorta di bohème, accompagnati dalla sorella di Antonio, Paolina, ma soprattutto in quella che li vedrà spesso ospiti e poi fuggiaschi (la villa Ferrigni, posta alle pendici del Vesuvio, poi nota come “villa delle Ginestre”), ci sarà, infatti, pure un Monsiù, quel cuoco rivoluzionario che risponde al nome di Pasquale Ignarra, attento a creare, dalle definizioni della lista, delle pietanze ispirate al meditato piacere. Ogni piatto indicato da Leopardi e realizzato da Ignarra riflette una teoria del gusto. Nel libro fotografie in bianco e nero della Napoli del periodo leopardiano.L’AUTORE: Nato a Roma, vive a Parigi. Dottorato in Science des Arts et Communication e nella pittura produce intensamente nel suo atelier: mostre a Parigi, Firenze, Francoforte. Afferma le sue concezioni di vita materiale fondando (1987) L’Accademia della Pasta: luogo propiziatorio di riflessione e creazione, effetto del rito pastico, sano e lento. Ne seguono dei Banchetti Allegorici, che uniscono la spettacolarità plastico/pittorica alla crescita morale/intellettuale (manifestazioni a Trento, Paris, Nancy;e il programma televisivo francese “Le Cercle de Minuit”). Le sue opere si articolano parallelamente sulla scrittura e la pittura .Significativi negli ultimi anni: “Petrarca – banchetto per un mese”.(Bacoli 2004). “Ri/presentazione del Viven/Ambien-TE”. (Gragnano-Bacoli-Cavriglia 2006)L’AUTORE: Antonio Tubelli nasce a Napoli. Fervente di storicità si occupa della riattualizzazione della grande cucina popolare napoletana, dagli studi di G.B. Del Tufo, A. Latini, V. Corrado, I. Cavalcanti, ecc., all’originaria pratica discriminante della cucina di strada. L’adesione alla fondazione (1988) dello Slow Food e l’incontro con il magnifico Maestro-Cuoco Angelo Paracucchi.Nel 1997 con il fratello Lucio, crea la bottega laboratorio di gastronomia Timpani & Tempura.È docente nei corsi di Master Food organizzate dallo Slow Food nel quadro dell’Università Italiana di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Colorno.