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Fifty years of automotive innovation 1965-2015. Ediz. a colori
Fifty years of automotive innovation1965-2015
is an unconventional journey into the transformations that occurred in the automotive field during the last half century. From official concept cars to experimental studies, different levels of research are considered. All of them have in common a leading theme: it could be identified as the comfort, in a comprehensive perspective which involves user-friendliness, safety, everyday practicality and even the leisure-orientation of the vehicle. Through this transversal approach the book points out how technology and lateral thinking have sometimes generated the ultimate goal for car designers and enthusiasts: simply the passengers wellbeing. -
Fare progetti. Una ipotesi di metodologia per tutti. Ediz. a colori Copertina flessibile – Illustrato
Fare progetti è un manuale di metodologia progettuale finalizzato a sviluppare una propensione per il design, inteso come attività professionale. Attraverso una serie di strumenti tecnici di facile accesso si propone infatti di fornire una linea guida di base su cui innestare una successiva attività progettuale specifica. Il che significa che può essere usato da studenti che intraprendono la formazione nel settore; manager di organizzazioni pubbliche o private che devono avviare una funzione legata al design; cittadini che intraprendono processi di ideazione condivisa e partecipata.
Carlo Branzaglia si occupa di design education e design strategico. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove coordina il Dipartimento Progettazione e Arti Applicate. Ha tenuto corsi, lezioni e seminari in diverse scuole italiane e straniere; e ha scritto e curato diversi libri (l’ultimo, Design di Filiera, 2014). Associate Head del Postgraduate Program presso Ied Milano, membro di Dmc Design Management Center, è presidente di ADI Delegazione Emilia Romagna.
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Comunicare mediterraneo: Appunti per un nuovo rinascimento pensato a Sud
“Comunicare mediterraneo” nasce dal sentimento di urgenza con cui l’autore desidera riappropriarsi del prezioso significato della parola “comunicare”, poiché essa è il primo presupposto per la libertà. Ciò, evidentemente, implica una netta presa di distanza dal marketing e dalla comunicazione ad esso asservita.
In questa straordinaria epoca delle reti, la comunicazione può fuggire dalla sua schiavitù, mutare le sue finalità e divenire la leva dell’evoluzione collettiva, dell’ equilibrio tra umanità ed ambiente e della genesi di una nuova economia naturale. Ma, per rinnovare lo spirito e l’essenza della comunicazione, riceviamo l’invito a rivolgere lo sguardo alle virtù ed ai modelli culturali ed antropologici dei Sud del mondo e del Mediterraneo in particolare.
L’Italia, sebbene sia in piena decadenza, paradossalmente, può divenire il faro di una nuova ispirazione che ha la sua matrice proprio nel pensiero del Sud, nel cuore del Mediterraneo.
L’autore ci conduce, attraverso questo diario di viaggio, in un itinerario che ha come tappe principali alcune isole, sulle cui rive giungono flutti che depositano risposte, speranze, ispirazioni. Qui prendono vita concetti di comunicazione neorinascimentale, naturale, biodiversa, bioetica, , totale, sensibile, estetica. Sono tutti prodromi di una comunicazione costruttiva ed etica che si fonda su culture e vocazioni autentiche, quelle che oggi il mondo guarda sempre più con attenzione e spirito emulativo: le culture del Mediterraneo. Il Mediterraneo quindi, come fonte di ispirazione di nuove sensibilità, esperienze e pratiche per una comunicazione, un “fare mercato” ed un modo di vivere non solo innovativi, ma anche sostenibili, etici e capaci di contribuire al benessere collettivo. In un mondo globalizzato il Mediterraneo può essere la scuola di una globalizzazione più intelligente ed il “comunicare mediterraneo” la fonte di uno scambio evolutivo e costruttivo, idoneo a generare sviluppi virtuosi e capaci di invertire il processo di crisi in atto mettendo al centro la bellezza, l’autenticità, la verità, la felicità ed il bene comune.
Il “comunicare mediterraneo” è un seme, una proposta di pensiero, ma anche di pratiche concrete. Tra i modelli di comunicazione proposti troviamo, ad esempio, quello ispirato agli equilibri e linguaggi della natura; oppure quello che si apprende dall’istinto e dalla sensibile intelligenza materna delle donne; quello che si fonda sul particolare rapporto con il tempo da parte della gente del sud; o ancora quello che si apre alla polisensorietà ed umanità tipiche del Mediterraneo. -
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