• Fai che farlo. Frammenti di vita e design di Elio Carmi

    Elio Carmi si chiede perché. Perché è andata così, perché è tuttora un orgoglioso provinciale, perché le sue radici sono state così solide, perché ha insegnato, scritto, progettato. Lo fa con Silvana Mossano, che lo interroga, chiede di ricordare, sollecita sensazioni, emozioni, ricordi. Ne nasce un libro illustrato, dove immagini e testi si mescolano e lasciano spazio al gioco, all’aneddoto, all’immaginario. Nel libro il lettore troverà un percorso formativo, irregolare, sghembo, contraddittorio. Ed è nelle pieghe del testo che si definisce il mondo del design, della spiritualità, della passione che ha consentito ad Elio Carmi di consolidare la propria identità. Silvana Mossano, ha inventato i 18 frammenti del percorso, li ha definiti, impastati, maneggiati finché non hanno preso consistenza narrativa. Ha tenuto insieme la vita e la professione, il privato e il pubblico, i desideri e i risultati. Ne scaturisce un dialogo che agisce con l’attualità, il ‘900, il design. E che, come percorso di formazione, può anche indicare al lettore un metodo di conoscenza da adattare a se stesso.
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  • Il suono del brand. Audio branding e identità sonore per marche e servizi nell’era digitale

    17.10 
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  • Il brand, raccontato. Cosa sono i brand e che ruolo hanno nelle nostre vite.

    17.10 
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  • La bolla di sapone. Tutti i riflessi di una campagna elettorale vincente

    14.00 
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  • Parrini, santi e miracula. Un sogno fatto a Filicudi

    9.90 
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  • Comunicare la complessità. Il progetto FQTS dall’identità visiva al brand

    La pubblicazione, oltre a comunicare l’importanza strategica dell’identità visiva per gli enti non profit in generale, illustra l’evoluzione di FQTS, progetto di formazione per i quadri del Terzo Settore approdato ad un’identità visiva dai tratti quasi “sperimentali”. Al centro non c’è, infatti, un marchio immutabile, chiuso in una composizione rigorosa e in una forma unica, ma invece un segno aperto e dinamico, che vive ed “esce” dal progetto di identità visiva (pur sempre attraverso forme e colori codificati) per muoversi verso i suoi interlocutori e rappresentare nella maniera più efficace la ricchezza del percorso di FQTS e la pluralità dei suoi attori.

    14.00 
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  • Confessioni di un pubblicitario

    Il teorico dell’advertising. Questo libro spiega con argomenti solidi e tuttora attuali perché David Ogilvy ha dato un contributo decisivo alla costruzione della moderna teoria della pubblicità: non è certo un caso che, dalla sua prima uscita nel 1963, sia stato tradotto in quattordici lingue e che abbia venduto oltre un milione di copie. Uno dei segreti di questa longevità è senza dubbio il fatto che Ogilvy ha sempre anteposto i contenuti e la teoria della comunicazione al business fine a se stesso. “Confessioni di un pubblicitario è un testo”, come tutti i “classici”, di grande attualità. Gli stessi problemi della comunicazione cui Ogilvy ha dato risposta si ripropongono oggi a un livello più alto. Oggi il compito della pubblicità è più serio e impegnativo di quanto non lo sia mai stato. Viviamo nell’era della proliferazione dei media e più che mai l’insegnamento di Ogilvy rimane valido: si tratta ancora di dare a ogni messaggio un autentico valore, di costruire una personalità di marca con un’identità precisa, mantenendola nel tempo e comunicando in modo davvero interessante la promessa vera di un prodotto o di un servizio. Per dirla con le parole di Ogilvy: “Unless your advertising contains a big idea, it will pass like a ship in thè night”. Prefazioni di Giuseppe Mastromatteo e Roberta La Selva.

    19.00 
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  • La seconda legge dei pop brand. L’unica storia che conta è quella che la gente racconta

    Benvenuti nell’era del POP Brand, dove l’unica storia che conta davvero per una marca è quella che le persone raccontano. Ma che cos’è un POP Brand? E in che cosa reinventa le regole della comunicazione? Come cambia la relazione tra la marca e la sua audience in un mondo dove il contributo del pubblico esterno è il vero motore del successo e della popolarità di un brand? Chi sono i tanto citati influencer e come possono contribuire realmente alla costruzione del nostro business? La visione strategica degli autori sul futuro delle marche, si incarna in una nuova metodologia capace di guidare i brand nella costruzione del proprio valore nel qui e ora cosi come nel lungo periodo.

    17.00 
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  • Estinti saluti. Come nascevano le campagne pubblicitarie

    Questo libro, senza addentrarsi in strategie di marketing o nelle case-histories di campagne di successo, racconta in presa diretta, spesso con lo stile delle short-stories, episodi divertenti, appassionati, a volte amari, sempre realistici, di quella lunga stagione della creatività italiana, – l’epopea dell’advertising made in Italy -, vista con gli occhi, la mente, la penna, i pennarelli, le idee, le parole di chi la pubblicità italiana l’ha creata, tanto da venire definiti “i creativi”. Nei primi anni Ottanta del ‘900, la comunicazione pubblicitaria in Italia è stata quotata 2mila miliardi di PIL in lire; alla fine del decennio avrebbe superato i 10mila miliardi, per crescere esponenzialmente con l’avvento della tv commerciale. Migliaia di giovani creativi furono attratti dalla pubblicità, diventarono copywriter e art director formandosi nelle agenzie di pubblicità, grazie alle generazione professionale precedente. La crisi economica globale del 2004 fece perdere valore di mercato alla pubblicità del 30 percento, perdita che via via negli anni si è allargata a macchia d’olio su tutti i settori merceologici: quella generazione fu quindi messa ai margini dalla velocità centrifuga con la quale si è poi affermato il digitale, interrompendo la dialettica professionale intergenerazionale. Il digitale ha ridefinito la spesa pubblicitaria, i ruoli professionali, l’antropologia del creativo e in sostanza ha cambiato la percezione della pubblicità presso i consumatori. L’idea è che “Estinti saluti” possa essere un buon viatico alla conoscenza storica di quel mondo, attraverso uno strumento agile per riallacciare le nuove generazioni alle storie collettive e individuali in cui si sono formate le esperienze personali, ha preso vita il clima professionale, la mentalità, il modus operandi, le manie e i tic di quello che un giorno Emanuele Pirella definì “il popolo dei creativi”. L’autore: Publio Advertito Crea è considerato uno dei più attenti studiosi della pubblicità italiana dello scorso secolo.

    23.00 
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  • Mito e brand. Tra Est e Ovest

    “La forza del mito consiste nel fatto che si trova in ogni parte del mondo, che si afferma a prescindere dal contesto e soprattutto deriva da un racconto spesso anonimo che viene recepito dalla collettività.” In origine il brand serviva a identificare o per differenziare, oggi assume la forma di una macchina narrativa per costruire e diffondere significati. In questa logica il mito appare come uno strumento prezioso, un sistema dinamico di simboli, archetipi e schemi che tende a comporsi in una narrazione. Il racconto mitico è un’entità flessibile in quanto scomponibile: ha personaggi, ambientazioni, oggetti simbolici, è composto da differenti unità semantiche. Il mito consente al brand di sviluppare un linguaggio basato sull’immaginario per costruire un universo che produca al suo interno la propria verità. Insomma sembra che miti e brand tendano a convergere almeno sotto il profilo della comunicazione: entrambi propongono storie che diventano fattori di identità per i consumatori. I concetti “verità” e “mito”, normalmente considerati come antitetici e inconciliabili, costituiscono un binomio affermato nella comunicazione. II rapporto mito/brand si fonda sul patrimonio di colori, immagini, forme, numeri e parole presenti nell’inconscio dei consumatori. Quando si sviluppa un brand occorre tener presenti simboli e archetipi che hanno attraversato in modo subliminale le generazioni. Il mito è importante per il brand perché propone un codice di riconoscimento che consente al consumatore di comprendere l’essenza del marchio. Le storie che il libro racconta mettono in luce un tratto comune: la sinergia brand/mito può determinare rilevanti e duraturi successi nei mercati. Non solo: può funzionare come fattore dinamico permettendo a piccole aziende di entrare in mercati di massa dominate da grandi player.

    15.00 
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