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Ernst Jünger |
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Ernst Jünger (1895 – 1998) non ha
bisogno di presentazioni.
È uno dei massimi scrittori
tedeschi e un eminente uomo di pensiero
e di cultura del ventesimo secolo, del
quale incarna aspirazioni e contraddizioni,
sogni e delusioni, ordine e anarchia.
“È il Novecento che si è fatto uomo” ha
scritto di lui qualcuno.
Ernst Jünger nasce a Heidelberg
(Germania sud-occidentale) da una
famiglia borghese (il padre è un chimico
farmacista), primo di sette figli. Fin da
piccolo dimostra una innata passione per
la natura e in particolare per la zoologia.
Ma, per vari motivi, fu tutt’altro che uno
studente modello. Fu invece un giovane
ribelle e temerario. A 17 anni scappa da
casa per arruolarsi nella Legione Straniera,
ma è minorenne e per intervento del
padre viene rimandato in famiglia. Allo
scoppio della Prima guerra mondiale si
arruola volontario. Al fronte si distingue
per eroismo e viene ferito più volte, alla
fine del conflitto riceverà la massima
onorificenza militare prussiana.
Nella Seconda guerra mondiale è ufficiale
della Wehrmacht a Parigi ed è amico
(lui che in uno scritto giovanile aveva
teorizzato il nazismo) degli ufficiali che
ordirono l’attentato a Hitler. Dopo la
guerra fu accusato ingiustamente di aver
appoggiato il regime hitleriano. Va a vivere
nell’Alta Svevia, viaggia frequentemente
e intesse rapporti con tante figure della
cultura europea tra le quali Martin
Heidegger e Mircea Eliade. Nel 1980
riceve il prestigioso premio Goethe che lo
consacra definitivamente tra i maggiori
scrittori e pensatori tedeschi.
Nella vastissima produzione letteraria
spiccano diverse opere derivanti e scritte
dalle esperienze della sua lunga esistenza,
tra le quali si distinguono Nelle tempeste
d’acciaio (1920), Sulle scogliere di marmo
(1939), Heliopolis (1949), Il libro
dell’orologio a polvere (1954), Al muro del
tempo (1959), Cacce sottili (1967), Due
volte la cometa (1987), La forbice (1990),
Il contemplatore solitario (1995).
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