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Renato Barilli |
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Autoritratto a stampa |
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Saggistica e varia |
Anno: 2010 |
Pagine: 512 | Formato: | Copertina: |
Editore: Logo Fausto Lupetti Editore |
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Isbn 978-88-95962-56-6 |
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Le più affascinanti vicende dell’arte contemporanea e della critica letteraria in Italia, dagli anni Cinquanta ad oggi, affiorano attraverso l’appassionante e dettagliato racconto autobiografico, un vero e proprio pubblico diario, dei sessant’anni di carriera di uno degli intellettuali più prolifici della scena culturale italiana.
Dall’introduzione:
«Come chiamare un’impresa del genere? Il termine di autobiografia sarebbe troppo personalizzante, e dunque decisamente improprio. Ci sono alcune espressioni solenni, come “contributo alla critica di me stesso”, ma appunto buoni per autori di alto profilo, esagerati ed enfatici se applicati al mio caso. […] Mi è sembrato confacente il termine di autoritratto, rubato all’ambito delle arti visive. […] Ma aggiungo “a stampa” per togliere all’autoritratto un senso di morbosa complicità col privato, che è una dimensione che non intendo affatto affrontare. […] In definitiva, posso iscrivere queste mie pagine sotto l’efficace, provvidenziale formula del diario in pubblico, dove appunto il carattere privatistico, intimista della parola “diario” subisce un utile correttivo col dichiararlo effettuato coram populo.
[…] Quelle che seguono sono le note che spiegano come io sia giunto ai vari appuntamenti, come si giustifichi anche il mio apparente zigzagare da un tema all’altro […] come se fossi stato costretto a seguire molti fili, molte storie, ma fermandole di tanto in tanto per andare a recuperare altri fili. Il tutto, se si vuole, come un tentativo di conciliare diacronia e sincronia, condurre la cronaca per il lungo dei miei interventi sui vari fronti, con l’obbligo di accompagnarli fino a piazzole di sosta, per poi tornare indietro ad altri spunti e motivi.
[…] In fondo, e ricorrendo a un’ulteriore similitudine, è come quando le guide alpinistiche mostrano in una cartina il profilo di una catena montagnosa, indicando pure in punteggiato i percorsi seguiti dai vari scalatori nell’aggredirla. Nel mio caso, c’è solo la differenza che quelle numerose tracce, divaricate, divergenti, o invece ricche di tante interferenze, sono relative alle ascese, alle percorrenze di un’unica persona, intenta qui a dirne ragioni, occasioni, esiti più o meno felici».
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